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domingo, 6 de septiembre de 2015

Plautilla Bricci considerada la primera mujer en ejercer la arquitectura


La italiana Plautilla Bricci (Roma, 13 de agosto de 1616-1690), es considerada la primera mujer en ejercer la arquitectura. Llegó a ella a través de su asistencia a su hermano Basilio quien, como ella, también era pintor y arquitecto. Es conocida por proyectar la Capilla de San Luís en Roma y la desaparecida Villa Benedetti, según consta en los contratos de la construcción conservados en Roma (Lollobrigida, 2013). La calidad barroca de su obra ha hecho que su fama la sobreviviera hasta el día de hoy, al igual que ha acontecido con otras creadoras italianas como la pintora renacentista Sofonisba Anguissola o la barroca Artemisa Gentileschi.

 Fue, sin embargo, una excepción, y hasta el siglo XIX no volveremos a encontrar figuras de mujeres arquitectas. Seguramente las hubo, pero sus nombres (como estuvo a punto de ocurrir con la misma Plautilla, que seguramente proyectaría más obras que la historia integraría en el taller de su hermano) no nos han llegado



Plautilla Bricci (o Brizio), perteneció a una familia de artistas, su padre Giovanni Bricci (1579-1645), fue pintor y músico, y su hermano Basilio Bricci (1621-92) al igual que ella, fue arquitecto y pintor.  Sabemos que ella realizó dos obras importantes en Roma. La primera fue la Villa Benedetti, cerca de la Puerta de San Pancracio en la colina Junícula y realizada por encargo de Elpidio Benedetti en 1663, agente del Cardenal Mazarin. La Villa Benedetti, destruida en 1849, llamada sucesivamente Mancini, y Giraud, se encontraba en la via Aurelia y era llamada “el buque” debido a su forma.

El cliente, Elpidio Benedetti, quedó tan satisfecho con la obra que en 1677 publicó una guía (bajo el seudónimo de Matteo Mayer) en el que la explicaba con descripción detallada y diferentes vistas del mismo, también explicaba el rol jugado tanto por Plautilla Bricci como por su hermano. Benedetti le otorga a ella solo la responsabilidad de la decoración interior con pinturas alegóricas y religiosas. Sin embargo, estudios posteriores sobre los contratos de la edificación y sobre los dibujos y planos preparatorios, que se encuentran en el Archivo del Estado en Roma, han demostrado que fue Plautilla Bricci la que proyectó el edificio con poca, si es que tuvo alguna, intervención de Basilio. La omisión de Benedetti, puede tener varias razones, pero no será la primera ni la última obra que se asigna a un hombre cuando fue realizada por una mujer.
La arquitectura de la Villa Benedetti era bastante inusual para la época, (en que la arquitectura barroca voluptuosa dejaba paso a una arquitectura más clásica) según se observa en grabados anteriores a 1849. Presentaba una variedad de loggias, paredes curvas, y unos trabajos en estuco muy elaborados, resultando una arquitectura barroca pesada, que en ciertos aspectos recuerda al manierismo de Giulio Romano (1499-1546).

En 1664 el Abate Benedetti le encarga la capilla de San Luis, en la iglesia de San Luis de los Franceses, que fue inaugurada en 1680. Esta capilla es la más ricamente ornamentada de la iglesia: mármoles policromos, dorados y un cortinado de estuco azul con flores de lirios dorados enmarcan la entrada, también fue obra de ella el retablo del altar con San Luis.

Después de 1670 reformó en colaboración con su hermano el Palazzo Testa-Piccolomini en Montecavallo, Roma (actual via della Dataria 22), y decoraron las fachadas con las armas de los Piccolomini en las ventanas de la planta principal y en la parte inferior de la cornisa.

En 1677 el abate Benedetti le donó, en usufructo de por vida, una casa adjunta a la iglesia de San Luis de los Franceses, esta disposición fue refrendada en el testamento de 1690, por lo que se deduce que ella vivió con posterioridad a ese año.

Plautilla Bricci fue admitida en la Accademia del Disegno di Roma.

Recomendamos la siguiente publicación sobre su trabajo que seguro que aporta datos de muchísimo interés :

Plautilla Bricci. Architettrice donna e pittrice nel 1600. Consuelo Lollobrigida


Figlia di Giovanni e di Chiara Recupita, nacque a Roma il 13 ag. 1616, nella parrocchia di S. Lorenzo in Lucina. Pittrice e architetto, fu membro dell'Accademia di San Luca (si ignora la data precisa della sua ammissione). Non si hanno notizie circa la sua formazione artistica, ma va notato che suo padre viveva in un ambiente di pittori, allievi del Cavalier d'Arpino (Cartari, vol. 115).
Il nome della B. si incontra spesso associato a quello di miniatrici di fama, quali Anna Angelica Allegrini e Maddalena Corvini; non risulta tuttavia dalle fonti che ella stessa abbia praticato quest'arte; viene confusa forse con Polissena Nelli, badessa nel convento di S. Caterina a Firenze col nome di suor Plautilla, miniatrice e pittrice.
Secondo il D'Armailhacq, la B. era amica della pittrice suor Maria Eufrasia della Croce, sorella dell'abate Elpidio Benedetti - agente del Mazzarino, poi del re di Francia a Roma - dal quale le furono affidati i due importanti lavori cui deve la fama. Fu infatti, con il fratello Basilio, architetto della villa Benedetti (poi Mancini, poi Giraud), sulla via Aurelia presso la porta S. Pancrazio, denominata, per la sua forma, il Vascello.
Secondo il Cartari (vol. 123), la prima pietra fu posta nel 1663, data di cui farebbe fede l'iscrizione di una lamina di piombo collocata nelle fondamenta. La villa fu molto danneggiata nel 1849, durante l'assedio di Roma, e non ci è possibile giudicare la ricchezza e l'originalità dei motivi architettonici, se non dalla dettagliata descrizione fatta dallo stesso Benedetti, sotto lo pseudonimo di Matteo Mayer (cfr. anche un disegno di D. Amici delle rovine nel 1849, conservato a Roma, Gabinetto naz. delle stampe, in E. Beltrame-Quattrocchi e S. Lazzaro Morrica, Disegni dell'Ottocento [catal.], Roma 1969, pp. 66 s.). La B. partecipò anche alla decorazione interna della villa, accanto a Pietro da Cortona, F. Allegrini e Gian Francesco Grimaldi. A lei si dovevano un affresco rappresentante la Felicità circondata da figure allegoriche, "nella volta del timpano" (Mayer) della Galleria, e la pala d'altare della cappella, con l'Assunzione della Vergine, che non sono giunti fino a noi.
Nel 1664 (D'Armailhacq) Pabate Benedetti incaricò la B. di decorare la cappella di S. Luigi (terza a sinistra), nella chiesa di S. Luigi dei Francesi.
Secondo una lettera del duca d'Estrée, datata 16 ag. 1672, la decorazione della volta sarebbe stata terminata prima del solenne servizio funebre per Anna d'Austria (1666); ma i lavori furono ripresi soltanto dopo il 1672. Un'iscrizione murata nel lato destro e il diario del Cartari del 25 agosto ci indicano che la cappella fu inaugurata nel 1680. Questa cappella è la più ricca della chiesa, con marmi policromi, dorature e un panneggio di stucco azzurro con motivi di gigli d'oro che ne incornicia l'ingresso; è della B. anche la pala d'altare con S. Luigi; ma si tratta di un'opera alquanto fredda e convenzionale che contrasta con la fantasia di cui l'artista diede prova nelle sue realizzazioni architettoniche.
Un'altra opera, in collaborazione con il fratello, le viene attribuita da E. Bernich: la sistemazione del palazzo Testa-Piccolomini a Montecavallo (attualmente via della Dataria, 22) effettuata presumibilmente dopo il 1670. Una graziosa decorazione con gli stemmi dei Piccolomini orna le finestre del piano nobile e la parte inferiore del cornicione.
Giacomo Albano Ghibbesio cita nel testamento (Cartari, vol. 63, f. 294v) le due portiere dipinte con le sue armi dalla "virtuosissima" Plautilla, su disegno di Pietro da Cortona, e ciò testimonia ancora una volta i legami fra i due artisti.
Nel 1677 l'abate Benedetti donò alla B. l'usufrutto a vita di una casa da lui fatta costruire sulla strada che conduce a S. Francesco a Ripa, legata a S. Luigi dei Francesi (Arch. des Pieux établissem. ..., vol. 36, 10 ag. 1677). Poiché queste disposizioni vennero rinnovate nel testamento del 1690 (Archivio di Stato di Roma, 30 not. cap., uff. 30, vol. 306), se ne arguisce che la B. viveva ancora in quell'anno.
Non risulta invece fin qui in alcun documento che la B. avesse preso il velo (Thieme-Becker), benché il D'Armailhacq affermi che concluse la sua vita in un convento. Secondo lo Zani, la B., "monaca", morì dopo il 1700.



Referencias

Oxford Grove Art: Plautilla Bricci

Olivier Michel, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 14 (1972)
Plautilla Bricci Architettrice donna e pittrice nel 600 de  Consuelo Lollobrigida presentará su libro .

http://www.dexeneroconstrucion.com/mnovas_arquitecturaygenero.pdf
https://undiaunaarquitecta.wordpress.com/tag/plautilla-bricci/#jp-carousel-380
https://www.libroco.it/dl/lollobrigida-consuelo/associazione-culturale-et-graphiae/9788890868436/plautilla-bricci-architettrice-donna-e-pittrice-nel-600/cw290092623157842.html

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